La terapia con onde d’urto focali (ESWT) rappresenta un approccio innovativo ed efficace nel trattamento di diverse condizioni patologiche, sfruttando le potenzialità delle onde acustiche ad alta energia.


Si definisce onda d’urto un impulso acustico caratterizzato da:
elevata pressione di picco (> 500 bar);
breve durata (< 10 µs);
rapido innalzamento della pressione (< 10 ns);
ampio spettro di frequenza (16 Hz – 20 MHz);
induzione di elevate forze di sollecitazione sulle interfacce fra tessuti con diversa densità;
generazione di forze di trazione (cavitazione).

La particolarità di questo trattamento risiede nella sua fronte d’avanzamento, dove si registra una pressione che può variare dai valori atmosferici standard di 1,01-1,02 Bar a valori estremamente elevati, compresi tra 100 e 1000 Bar, il tutto in minime frazioni di nanosecondi (10-9 secondi). Successivamente, la pressione si riduce rapidamente tornando ai livelli iniziali a seguito di una fase negativa.


La produzione di apparecchiature di onde d’urto focalizzate è basata su tre diversi tipi di generatore, ognuno dei quali utilizza un particolare principio o metodo fisico: elettroidraulico, elettromagnetico, piezoelettrico.

Le onde d’urto focali utilizzano principi scientifici avanzati e sono caratterizzate da una serie di meccanismi d’azione, quali la stimolazione della guarigione dei tessuti, proprietà antinfiammatorie, la frammentazione dei calcoli, promozione della circolazione sanguigna e la riduzione della trasmissione del dolore. Questa metodologia terapeutica favorisce i meccanismi di auto-guarigione del corpo, promuove la rigenerazione e il rinnovamento osseo, tendineo e di altri tessuti molli. Grazie alla loro efficacia nel promuovere i processi di guarigione dell’organismo, le onde d’urto focali sono sempre più impiegate per trattare diverse patologie, come la fascite plantare, la tendinite calcifica, le alterazioni muscolo-scheletriche quali le tendinopatie e le lesioni croniche.


Oltre al settore ortopedico, le onde d’urto focali trovano applicazione anche nella medicina urologica, per trattare calcoli renali e nell’ambito della disfunzione erettile.

COME FUNZIONANO

Stimolazione e formazione del tessuto collagene
La terapia con onde d’urto accelera la sintesi del collagene che aiuta ad accelerare la guarigione dei tessuti. La terapia con onde d’urto aiuta anche ad allineare le fibre di collagene per aiutare a massimizzare la forza dei tendini, dei muscoli e dei legamenti.

Accelerazione della guarigione dei tessuti
La terapia con onde d’urto stimola la produzione di fibroblasti, cellule staminali e fattori di crescita che accelerano la distruzione dei tessuti danneggiati e favoriscono la guarigione di tendini, legamenti, pelle, nervi e ossa.

Rigenerazione e guarigione ossea
La terapia con onde d’urto stimola la produzione di osteoblasti, fattori di crescita ossea e protossido di azoto che contribuiscono all’osteogenesi e alla guarigione ossea.

Miglioramento della circolazione e crescita di nuovi vasi sanguigni
La terapia con onde d’urto stimola l’angiogenesi, ovvero la crescita di nuovi vasi sanguigni nei tessuti cronicamente infiammati, portando a un miglioramento della circolazione e dell’ossigenazione dei tessuti, contribuendo a ridurre il dolore e migliorare la guarigione dei tessuti.

Riduzione del dolore attraverso effetti neurali
La terapia con onde d’urto stimola le sostanze chimiche che inibiscono il dolore, inclusa la sostanza P, che riduce il dolore. Questo trattamento diminuisce anche la produzione del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), portando a una riduzione del dolore articolare e artritico. La riduzione delle fibre nervose demielinizzate, un altro effetto della terapia con onde d’urto, aiuta a ridurre la supersensibilità al dolore nei disturbi cronici.

Riduzione dell’infiammazione acuta
La terapia con onde d’urto altera i livelli di sostanza P e CGRP che hanno un impatto sull’infiammazione acuta a livello cellulare e migliora il tasso di guarigione.

Riduzione dell’infiammazione cronica
La terapia con onde d’urto stimola i mastociti che portano al rilascio di numerosi mediatori pro-infiammatori che aiutano a ripristinare il normale processo di guarigione e rigenerazione, aiutando il processo di riparazione delle lesioni a terminare correttamente e l’infiammazione a fermarsi.

Rilascio dei punti trigger e della tensione miofasciale
La terapia con onde d’urto aiuta a invertire la crisi metabolica nelle fibre muscolari che contribuiscono ai punti trigger e aiutano a rilasciare il tessuto miofasciale

CONTROINDICAZIONI: Come riportato nel sito della S.I.T.O.D. (Società Italiana Terapia con Onde D’urto) e sulla scorta delle linee guida dell’I.S.M.S.T. (International Society for Musculoskeletal Shockwave Therapy) le controindicazioni delle onde d’urto focali sono: • Presenza di tessuto polmonare nell’area da trattare • Tumore maligno nell’area da trattare (non come patologia di base) • Cartilagini di accrescimento nell’area da trattare • Encefalo o colonna vertebrale nell’area da trattare • Grave patologia della coagulazione • Presenza di feto nell’area di trattamento.

Le onde d’urto focali non possono inoltre essere erogate nei pazienti portatori di apparecchi medicali, ad esempio il peace maker; nelle donne in gravidanza; in prossimità di grossi vasi sanguigni o nervosi e, più in generale, nei casi di coagulopatie o nei pazienti scoagulati per motivi terapeutici.

Un ciclo di trattamento tipico di onde d’urto focali prevede tre somministrazioni, ciascuna distanziata di una settimana dall’altra. Durante l’intervallo che va dal primo all’ultimo trattamento, le condizioni cliniche del paziente possono variare, per poi tendere a una stabilizzazione nelle settimane successive. È possibile che il paziente avverta gli effetti positivi in maniera rapida, anche nel corso del trattamento. Gli effetti di un ciclo completo vengono valutati non durante l’ultimo appuntamento, ma dopo 30-40 giorni dall’ultima seduta, a causa della natura delle onde d’urto e della complessità dei processi biologici che esse innescano. Qualora i benefici riscontrati fossero solo parziali, potrebbe essere indicato un ciclo aggiuntivo di terapia. In tal caso, il medico potrà prescriverlo basandosi sulla lettera di dimissione consegnata al paziente al termine del ciclo terapeutico.

Le onde d’urto focali sono generalmente ben tollerate e quasi prive di effetti collaterali, a patto che il trattamento sia effettuato da personale medico qualificato, con approfondite conoscenze della strumentazione e solida esperienza tecnica. Dopo il trattamento, potrebbe manifestarsi una lieve dolenzia nelle aree trattate, ma tale sensazione non dovrebbe essere motivo di preoccupazione. La sicurezza e l’efficacia di questa tecnologia sono strettamente legate all’accuratezza dell’applicazione e alla corretta selezione dei pazienti, con risultati positivi che dipendono dall’esperienza del medico e dalla qualità dell’equipaggiamento utilizzato.

Lista delle patologie che possono essere trattate con le onde d’urto focali:

Tendinopatie
Tendinopatia calcifica di spalla
Epicondilopatia laterale del gomito (epicondilite, o gomito del tennista)
Sindrome del grande trocantere
Tendinopatia rotulea
Tendinopatia Achillea
Fascite plantare (con o senza sperone calcaneare)
Tendinopatia cuffia dei rotatori senza calcificazioni
Epicondilopatia mediale del gomito (epitrocleite)
Entesopatia adduttori
Entesopatia della zampa d’oca
Tendinopatia dei peronieri
Altre Tendinopatie del piede e della caviglia

Patologie dell’osso
Ritardi di consolidazione
Pseudoartrosi
Fratture da stress
Necrosi asettica senza degenerazione articolare
Osteocondrite dissecante (OCD) senza degenerazione articolare
Edema osseo subcondrale
Malattia di Osgood Schlatter (Apofisite tibiale anteriore)
“Sindrome da stress” tibiale (shin splint)

Patologie cutanee
Ferite “difficili”
Ulcere diabetiche
Ulcere distrofiche
Ustioni non circonferenziali
Cellulite

Patologie muscolari e muscolo-scheletriche
Sindrome miofasciale
Distrazione muscolare, in assenza di lesioni
Osteoartrosi
Malattia di Dupuytren
Fibromatosi plantare (Malattia di Ledderhose)
Malattia di De Quervain
Dito “a scatto”
Miosite ossificante post – traumatica
Ossificazioni eterotopiche post – traumatiche e post – chirurgiche

Patologie neurologiche
Spasticità
Polineuropatia
Sindrome del tunnel carpale